La guerra dei nativi americani contro i colossi petroliferi

30 novembre 2016

La guerra dei nativi americani contro i colossi petroliferi

 

Da più di sei mesi centinaia di Nativi americani manifestano lungo il tracciato di un oleodotto in costruzione vicino alla riserva di Standing Rock Sioux,tra il North e il South Dakota.

 

di Il Faro Sul Mondo 

 

Da più di sei mesi centinaia di Nativi americani manifestano lungo il tracciato di un oleodotto in costruzione vicino alla riserva di Standing Rock Sioux, tra il North Dakota e il South Dakota. Si oppongono alla costruzione dell’oleodotto fin dal 2014, quando per la prima volta fu presentato il progetto, sostenendo che profanerà le terre sacre e metterà in pericolo le risorse idriche.

 

Il Dakota Access Pipeline in cifre

 

Lungo 2.047 chilometri, l’oleodotto da 3,8 miliardi di dollari dovrebbe trasportare 470mila barili di greggio al giorno, attraversando cinquanta contee in quattro Stati: dalla parte occidentale del North Dakota, via South Dakota e Iowa, ricongiungendosi alla fine con un oleodotto esistente a Patoka, nell’Illinois. L’oleodotto si estenderebbe sotto una parte del fiume Missouri che costeggia la riserva Sioux nel North Dakota. Per questo sono iniziate le proteste contro l’oleodotto che hanno assunto varie forme.

 

TRATTATO D’ALLEANZA CONTRO LE SABBIE BITUMINSE DELLE PRIME NAZIONI DEL NORD AMERICA

 

Il 22 settembre, accompagnati dall’intenso rullo dei tamburi, i rappresentanti di più di 50 ‘Prime Nazioni’ hanno firmato nella città di Vancouver, in Canada, il Trattato di alleanza contro le sabbie bituminose. Questa collaborazione si propone di bloccare tutti i progetti di costruzione degli oleodotti il cui passaggio è previsto nelle terre di queste popolazioni: la Trans Canada’s Energy East pipeline, la Trans Mountain expansion, la Line 3 pipeline, e il Northern Gateway.

 

I popoli indigeni – ha affermato uno dei Capi Indiani firmatari – non sopporteranno più che vengano realizzati sui loro territori dei progetti pericolosi per le popolazioni e per il clima. Forti del loro diritto all’auto-determinazione, hanno deciso tutti insieme di assumersi le loro responsabilità nei confronti della terra, delle acque, delle persone.

 

Questo Trattato impegna i firmatari a darsi reciproco sostegno nella lotta contro l’espansione delle estrazioni petrolifere, e a lavorare insieme per orientare la società verso stili di vita più sostenibili. I popoli delle Prime Nazioni, gli ambientalisti e altri gruppi coinvolti nella controversia sostengono che l’estrazione del petrolio e il suo trasporto con oleodotti, camion cisterne e treni aumentano i rischi di sversamenti catastrofici, che minacciano gli ecosistemi terresti e marini; inoltre impediscono di raggiungere i traguardi stabiliti dai trattati sul clima.

 

L’opposizione all’oleodotto Dakota Access si trasforma in un movimento indigeno globale. Il 24 settembre Dave Archambault II, in rappresentanza della Tribù dei Sioux di Standing Rock, si presenta davanti ai 49 membri del Consiglio delle Nazioni Unite sui Diritti Umani, a Ginevra, e chiede ai presenti di unirsi ai manifestanti a Standing Rock per fermare la costruzione dell’oleodotto. Durante l’estate il movimento è cresciuto fino a contare migliaia di persone.

 

A STANDING ROCK I “PROTETTORI DELLE ACQUE” CANTANO PER L’ACQUA DI FRONTE A UOMINI ARMATI

 

Intanto ha inizio la repressione contro gli accampamenti di protesta. Scontri con la polizia militarizzata. Blindati e gas lacrimogeni a fine ottobre disperdono 300 dimostranti in un accampamento allestito su terreni agricoli privati. Ancora un altro attacco portato nella tarda notte del 20 novembre dalla polizia, che ha bersagliato con cannoni ad acqua i manifestanti mentre le temperature erano scese parecchio sotto lo zero. I Nativi e gli ambientalisti hanno riferito di essere stati attaccati anche con proiettili di gomma, gas lacrimogeni e spray al pepe. L’ultimo attacco risale a venerdì scorso, in concomitanza con il Black Friday, il giorno più commerciale dell’anno, nel corso di una manifestazione tenuta presso il Centro commerciale della capitale del Nord Dakota nel tentativo di attirare più attenzione al progetto del gasdotto. Più di trenta attivisti sono stati arrestati, facendo salire a 450 il numero dei manifestanti arrestati da agosto.

 

I NATIVI SFIDANO L’ORDINE FEDERALE DI LASCIARE L’ACCAMPAMENTO DI PROTESTA ENTRO IL 5 DICEMBRE

 

Sabato scorso i Nativi hanno manifestato chiaramente la loro intenzione di non lasciare l’accampamento di protesta contro il Dakota Access, dopo che le autorità degli Stati Uniti in una lettera hanno imposto lo sgombero entro il 5 dicembre. Lo hanno comunicato durante una conferenza stampa gli organizzatori dall’accampamento principale di protesta, dove sono accampati circa 5000 persone. Ai Protettori delle acque che dicono “Noi siamo custodi di questa terra. Questa è la nostra terra e non è possibile rimuoverci”. “Abbiamo tutto il diritto di stare qui per proteggere la nostra terra e per proteggere la nostra acqua”. “La Rimozione Forzata e l’oppressione dello Stato? Questa non è una novità per noi come indigeni”, noi rispondiamo che la storia che avete imparato è ormai scritta.

 

L’unico migrante privilegiato al mondo, il famigerato viso pallido, è sbarcato sulle vostre terre, ha distrutto e massacrato. Ha mentito sulle sue nefandezze, travestito da prode cowboy. Forse domani vincerà questa vostra ultima guerra perché quelli del petrolio non perdono mai. Ma la vostra sarà una magnifica sconfitta, che forse risveglierà le coscienze addormentate.

 

Fonte: Il Faro Sul Mondo

FONTE: La guerra dei Nativi contro i Colossi petroliferi

 

mercoledì 7 dicembre 2016                                                                                                                                                                        I veterani di guerra chiedono scusa ai Sioux; i Sioux chiedono scusa ai veterani.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                Il mondo si commuove

Credo che non sia possibile restare indifferenti a queste immagini.

 

Duemila veterani di guerra americani si sono accampati nelle praterie del North Dakota per dare il loro appoggio ai Sioux che resistevano   il passaggio dell’oleodotto North Dakota Access Pipeline.

Cosi, solo per amore, sono andati li e hanno offerto di essere a fianco delle tribu indigene le cui acque e i cui siti sacri erano minaccciati da questo oleodotto.

Lo US Army Corps decide in extermis di bloccare l’oleodotto e di considerare un percorso alternativo, dopo mesi di resistenza, di violenza, di freddo, di paura.

E alla fine, succede qualcosa di inaspettato, e di quanto piu’ nobile l’umanita’ puo’ offrire.

A un certo punto del tutto inaspettatamente, i veterani si sono inginocchiati ed hanno chieso scusa ai Sioux per il genocidio ed i crimini di guerra commessi dall’esercito americano contro i popoli indigeni nel corso dei secoli.

Il capo Sioux, Leksi Leonard Crow Dog, per conto di tutte le tribu Siuox accetta le scuse e a sua volta chied scusa ai militari per il dolore causato il giorno 25 Giugno 1876 quando i Sioux sconfissero la 7a cavelleria dell’esercito americano.

Il capo tribu dice “vi perdoniamo e chiediamo pace al mondo”.

Tutti avevano gli occhi inumiditi.

E anche chi scrive.

 

Fonti :

http://dorsogna.blogspot.it/2016/12/i-veterani-di-guerra-chiedono-scusa-ai.html

 

Veterans at Standing Rock: Now is the time!  

https://www.youtube.com/watch?v=v9y_JyRvUjw

 

‪Hundreds of veterans ask Native elders for forgiveness. ‬ 

https://www.youtube.com/watch?v=Uf_qRsncluo

 

 

SU GENTILE CONCESSIONE DELL'ASSOCIAZIONE " AKICITA, ",  POSTO IL LORO VOLANTINO, L'INTRODUZIONE  ED IL  LINK DELLA CONFERENZA .

 

https://www.youtube.com/watch?v=UhL3ZsplYx8

 

 

SITO WEB: http://www.akicita.org/

 

 

 

Domenica 22 ottobre 2017 alle ore 17 

" Presso l'Auditorium di Alzano Lombardo (BG),

per parlare della lotta dei Nativi Americani contro la costruzione dell'oleodotto Dakota Access 

in difesa della Terra, delle riserve idriche e dei diritti civili dei nativi Nord Americani.

A questo incontro saranno presenti:

MICHELLE L. COOK appartenente al Clan Honaghanii (Quello che cammina intorno a te) ed è membro iscritto della Nazione Navajo. 

E’ laureata in Diritto Federale Indiano presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università del Nuovo Messico. 

E’ attualmente candidata a Dottore in Scienze Giuridiche del Programma Indigenous People Law and Policy dell’Università dell’Arizona. 

La sua tesi riguarda le interconnessioni tra i diritti umani indigeni, la spogliazione e la discriminazione di genere negli Stati Uniti.

È un membro fondatore del Water Protector Legal Collective, (già Red Howl Legal Collective), il gruppo di legali che fornisce servizi giuridici agli attivisti arrestati nell’accampamento di Standing Rock. 

Ha anche lavorato come reporter nell’accampamento di Oceti Sakowin (la Grande Nazione Sioux) per media d’informazione alternativa e non-profit insieme a Brenda Norrell per Censored News e Govinda Dalton per Earth Cycles FM Radio. 

MICHAEL PAUL HILL Apache della Riserva di San Carlos , svolge l’attività di difesa spirituale per diffondere la verità in base al suo patrimonio Apache e alla sua vita/esperienza spirituale.

Ha frequentato l'Arizona State University ed è anche membro della San Carlos Apache Tribal Bar Association.

Negli ultimi dieci anni, ha svolto un ampio lavoro sui diritti Apache presso il Forum Permanente delle Nazioni Unite sui temi indigeni, concentrandosi sulle leggi degli Ndee Nnee e sui diritti di identità, terra e territorio per i popoli Apache che non hanno mai ceduto i propri diritti o risorse agli stati-nazione. 

Michael ha organizzato e assistito molti movimenti di base all'interno della Nazione Apache, tra cui la tribù dei San Carlos Apache, gli Apache Chiricahua del Messico e degli Stati Uniti, la Nazione Chihene Nde del Nuovo Messico e gli Apache Lipan oltre i confini. 

MICHELLE L. COOK ci parlerà  delle azioni in atto per contrastare la costruzione dell'oleodotto Dakota Access. (Per saperne di più leggi  qui: Il Dakota access pipeline già perde petrolio ancora prima di entrare in funzione e scarica questo documento. Dakota Access Pipeline)

MICHAEL PAUL HILL ci parlerà del MOUNT GRAHAM e della lotta degli Apache per la difesa della loro montagna sacra (per saperne di più leggi qui: Il Monte Graham e gli Apache o collegati al sito: http://mountgraham.org/ )

Jacqueline Fielder non potrà partecipare all'inconto perchè  è rientrata negli Usa per motivi personali ".

 

 

 

 

E STATA UNA BELLISSIMA SERATA , E SONO GRATO DI AVER AVUTO LA POSSIBILITA' DI ASCOLTARE  LA VOCE DEI DUE RAPPRESENTANTI NATIVI AMERICANI , PER LA LORO CONOSCENZA E CONSAPEVOLEZZA TRASMESSA .

LA MADRE TERRA E CON TUTTI NOI, QUINDI DIFENDIAMOLA CON AMORE .

QUANDO LA TERRA PIANGE E LANCIA IL SUO GRIDO, I SUOI FIGLI ACCORRONO PER AIUTARLA.

AHO !!

MARIO.